Giulia è una ragazza che ama correre. Ha già parecchie maratone segnate in agenda, ma poco tempo fa è entrata nel nostro studio con un’espressione a mezza via fra la speranza e lo scetticismo.
«Ho messo il ghiaccio, fatto stretching, ma ancora non sto meglio. Mi hanno consigliato il trattamento Tecar: funziona davvero oppure è l’ennesima moda del momento?»
Tante persone si fanno questa domanda, soprattutto se – come Giulia – hanno dolori alla muscolatura oppure hanno bisogno di recuperare più velocemente da un trauma fisico, magari sportivo.
La risposta è che la Tecar non è una bacchetta magica, ma una forma di diatermia a radiofrequenza: è un vero e proprio trattamento terapeutico che, quando integrato in un percorso più completo, può aiutare sensibilmente a ridurre il dolore e a migliorare la funzionalità dei muscoli.
Cos’è il trattamento Tecar
È un sistema che impiega una corrente a radiofrequenza, in generale compresa tra 0,4 e 0,6 MHz, che viene erogata attraverso due principali modalità.
La prima si chiama capacitiva: è più superficiale e il suo obiettivo è trattare i tessuti molli ricchi di acqua, come i muscoli.
La seconda modalità si chiama resistiva: lavora più in profondità, verso quelle strutture che hanno una cosiddetta impedenza maggiore, come tendini e articolazioni.
Lo strumento trasferisce energia che genera calore endogeno. L’obiettivo è aumentare la vascolarizzazione, ridurre il dolore e favorire il processo di riparazione dei tessuti.
Cosa dice la ricerca
La ricerca ha studiato moltissimo la tecarterapia e diversi studi ne hanno rilevato i benefici.
Ad esempio, in uno studio effettuato con frequenza di 448 kHz, quando la Tecar è stata aggiunta a un percorso riabilitativo, ha mostrato miglioramenti nel dolore e nella funzione rispetto al controllo.
Altri studi hanno evidenziato che il trattamento Tecar, applicato a pazienti con lombalgia cronica, ha portato a benefici clinici significativi, così come nel dolore miofasciale del trapezio.
In generale, in ambito sportivo, molti studi hanno esplorato l’uso della tecarterapia per il recupero muscolare, e i segnali sono stati estremamente favorevoli.
Come si svolge una seduta di Tecar (e cosa si sente)
La parola d’ordine è professionalità.
La tecarterapia deve essere effettuata da personale altamente specializzato, che possa comprendere innanzitutto la causa del problema e poi andare ad attivare la modalità corretta, che può essere capacitiva, resistiva o una combinazione di entrambe.
Durante la prima seduta lo specialista effettua un’anamnesi per conoscere quali sono i problemi, le cause, ma anche la fisicità del paziente. Poi comincia ad attivare il macchinario.
Chi si sottopone alla Tecar sente un calore profondo, solitamente confortevole, che viene modulato in tempo reale dall’operatore.
La seduta dura circa 20-30 minuti e può essere accompagnata da esercizi terapeutici mirati o da terapia manuale, se necessario.
I benefici realistici del trattamento
I benefici più comuni sono:
- una riduzione del dolore a breve termine, molto importante per attivare o addirittura sbloccare e rinforzare la riabilitazione;
- un miglioramento della funzione, quindi camminare meglio, salire le scale o compiere azioni quotidiane con meno fatica;
- un supporto al recupero muscolare, tanto più evidente dopo sforzi intensi.
Naturalmente, i risultati migliori si ottengono quando il trattamento Tecar è integrato con esercizi terapeutici, educazione al carico e, nel caso dello sport, con la correzione dei fattori predisponenti (come la tecnica di corsa, la progressione chilometrica o le scarpe utilizzate).
A chi è indicata la tecarterapia
La tecarterapia è indicata per moltissimi problemi e disturbi, come ad esempio l’artrosi del ginocchio, la lombalgia cronica aspecifica, le tendinopatie, le sindromi miofasciali e il recupero sportivo post-carico.
Quante sedute di Tecar servono
Molto dipende dalle condizioni di partenza e dagli obiettivi.
Di solito, nei trial clinici, si seguono protocolli di due o tre settimane con due o tre sedute a settimana.
I benefici si possono percepire già dalle prime sedute, ma sarà compito dell’operatore elaborare assieme al paziente un calendario di trattamenti sostenibile e personalizzato in base al singolo caso.
I miti da sfatare sulla Tecar
Ci sono alcuni miti che è meglio chiarire subito.
Il primo è quello che dice che, una volta che il corpo viene scaldato, si guarisce sempre. Certo, il calore è benefico quando si ha dolore e può modulare la rigidità, ma stare meglio e guarire richiede altro: un percorso che includa tempo, movimento ed esercizio. La Tecar facilita, non sostituisce.
Un altro mito è quello della “seduta miracolosa”. Una singola seduta può dare sollievo immediato, ma per risultati ottimali bisogna seguire un ciclo, meglio ancora se integrato con altre terapie.
Infine, la convinzione che la Tecar vada bene per tutto non è corretta: alcune condizioni rispondono meglio di altre, ed è sempre necessaria una valutazione personalizzata.
Come scegliere l’operatore di Tecar
È fondamentale rivolgersi a un professionista che valuti prima di trattare, con un’anamnesi accurata, test funzionali e obiettivi coerenti e sostenibili.
Bisogna diffidare da chi promette miracoli o propone protocolli esclusivamente passivi.
Conclusione
Il trattamento Tecar è sicuramente una tecnologia utile, che nel nostro studio utilizziamo con grande soddisfazione e frequenza, perché ci permette di lavorare sia sul dolore che sulla riabilitazione.
Con la Tecar si riduce il dolore, si migliora la funzionalità e si supporta la guarigione in condizioni molto comuni, come lombalgie e artrosi, soprattutto quando viene integrata con altri percorsi terapeutici.
Vuoi più informazioni sui trattamenti Tecar disponibili nel nostro studio? Contattaci qui con fiducia e senza impegno.