Immergersi nel silenzio e nella solitudine

Possiamo chiamarla la cura del silenzio: immergersi in uno stato dove il mondo là fuori tace, dove non ci sono voci, rumori, stimoli di alcun tipo e dove possiamo finalmente dialogare con la parte più profonda di noi stessi.

Perché parlare di cura? La cura non serve forse a guarire qualcosa?

Certo, la cura del silenzio attiva la guarigione, perché fa un passo molto importante: ci aiuta a capire cosa non sta andando nella nostra vita come vorremmo.

Le distrazioni esterne, croce e delizia del nostro tempo

Decine, centinaia, migliaia di stimoli esterni ci colpiscono ogni giorno e ci allontanano dalla nostra parte più profonda.

Peggio, tutti questi stimoli ci impediscono di raggiungere la nostra parte più interiore perché ci tengono sulla superficie, animati da desideri che qualcun altro, troppo spesso, vuole realizzare per noi.

Può trattarsi di annunci pubblicitari che inneggiano a ciò che dobbiamo essere e avere per incarnare l’ideale perfetto di uomo o donna moderni.

Possono essere le voci delle persone con cui lavoriamo e che, talvolta, ci impongono punti di vista sbagliati o ci sgambettano per prevalere su di noi.

E può trattarsi anche di voci che non vogliono il nostro bene e che, per questo, inquinano le nostre convinzioni, i nostri ideali, i nostri sogni e i nostri obiettivi.

Oppure, può trattarsi di convinzioni, ideali, sogni e obiettivi che qualcun’altro vuole che facciamo nostri e sposiamo, anche se magari non è nelle nostre corde farlo.

Infine, può  trattarsi di aspettative dei genitori, dei partner, degli amici, che ci ‘vedono’ in un certo modo e si aspettano che noi facciamo certe scelte nella vita, naturalmente in accordo con quello che loro approverebbero.

Qualsiasi siano gli stimoli esterni, si tratta di rumore che alza un muro spesso altissimo fra noi e ciò che realmente proviamo e desideriamo.

La cura del silenzio ci aiuta a cominciare a frantumare quel muro, perché così possiamo iniziare a raggiungere la parte di noi stessi dove risiedono i nostri desideri più autentici.

Questo non è un percorso che si fa in mezz’ora e nemmeno in un giorno, ma l’ottima notizia è che si tratta di qualcosa che tutti possiamo fare e dove il silenzio è un alleato prezioso.

La cura del silenzio vs la paura della solitudine

Possiamo essere talmente abituati al rumore, da averlo reso una parte indispensabile della nostra vita.

Capita, molto spesso, che le voci e le parole esterne siano talmente forti e convincenti da dirigere il pensiero al posto nostro e non bisogna farsene una colpa, anzi.

Il problema è che quando quelle voci diventano parte di noi stessi, quando vengono a mancare proviamo smarrimento, confusione, ci sentiamo persi e, soprattutto, ci sentiamo soli.

Magari pensiamo che sarà difficile sopravvivere se qualcuno non ci dice chi dobbiamo essere o cosa dobbiamo fare, che carriera seguire, che amicizie frequentare, che casa comprare o che persona sposare.

Può sembrare una contraddizione, non siamo forse esseri umani liberi e senzienti?

Che bisogno possiamo mai avere di farci dire dagli altri chi o cosa dobbiamo essere?

Eppure, molte persone sono talmente abituate e sottomesse dalle voci esterne, soprattutto dei media e delle persone che sono loro vicine, che dirottano la loro volontà verso ciò che gli altri si aspettano da loro.

O decidono per loro.

Per capire che questa è una via tossica e malsana, che va lasciata in nome della libertà di essere chi vogliamo, è importante avere il tempo di capirlo.

E per farlo serve introspezione, ovvero serve accettare la solitudine.

Non solo, serve benedirla, perché essa può diventare in alcuni casi una benedizione per il nostro percorso evolutivo.

La solitudine come benedizione

Siamo abituati a dare alla solitudine un significato profondamente negativo e, in un senso pieno, è corretto intenderla come un’emozione difficile.

Sentirsi soli non è uno stato ottimale, perché abbiamo tutti bisogno di avere relazioni belle, profonde, appaganti.

Il punto è che esiste una solitudine che possiamo definire ‘voluta’ o meglio cercata. Uno stato in cui ognuno di noi si raccoglie, vive il silenzio e permette alla propria voce interiore di emergere.

Questa è una solitudine salutare. Senza di essa non potrebbe avere luogo l’incontro con la nostra parte interiore, per cui è bene accettarla e invitarla nella nostra vita.

È una solitudine consapevole: la viviamo quando vogliamo e perché vogliamo farlo.

Questo aspetto è molto importante, perché altrettanto consapevolmente definiamo il suo scopo: permetterci di vivere il silenzio e metterci in ascolto della nostra voce interiore.

Perché mai la cura del silenzio può fare paura?

Molte persone, durante le sessioni dedicate al silenzio, ci raccontano di avere paura di vivere momenti introspettivi così profondi.

In parte abbiamo già dato la risposta nelle righe precedenti. La solitudine necessaria per immergersi nel silenzio può creare disagio, smarrimento, timore, soprattutto se siamo costantemente abituati ad ascoltare le voci esterne.

Provare disagio, oppure paura, è perfettamente normale ed umano. Si tratta di fare qualcosa di nuovo, ma anche di inconsueto, che ci mette di fronte al dialogo interiore. Questo può essere piacevole, ma anche riservarci delle situazioni sfidanti.

Per questo, è fondamentale che la cura del silenzio venga approcciata con i giusti mezzi e con i giusti tempi.

È impensabile raccogliersi nel silenzio per un’ora a partire da subito, senza magari aver mai provato a farlo finora.

La destabilizzazione psicologica ed emotiva sarebbe troppa e questo importantissimo veicolo di introspezione, potrebbe trasformarsi in un qualcosa che ci fa ancor più paura e da cui vogliamo assolutamente fuggire.

Per evitare questo è importante avere una guida. Una figura esperta che ci permetta di vivere la cura del silenzio capendone prima la funzione e gli obiettivi. Solo in questo modo sarà possibile praticarla con le giuste tecniche e le giuste modalità, così da viverla al meglio, soprattutto nelle prime fasi della sua scoperta.

Contattaci qui per iniziare a farlo anche tu in modo semplice.

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